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19/09/2014 - ORTI SOCIALI, CUCINE SOLIDALI. La ricetta anti-crisi di Ponte San Pietr

 

PONTE SAN PIETRO Via Forlanini, pochi passi dall’ospedale, sullo sfondo la Roncola e Valcava. È in quest’area verde, ai margini di Ponte San Pietro, che crescono pomodori e zucchine, cetrioli e insalata, perfino qualche frutto di stagione. Non si tratta di un’azienda agricola, ma di quindici piccoli appezzamenti di terra messi a disposizione del Comune per le famiglie del paese.
Cinque di questi, però, sono stati assegnati ad associazioni locali nell’ambito di un progetto più ampio di coesione sociale denominato Orti sociali, cucine solidali gestito dalla cooperativa Alchimia e finanziato dai bandi 2013 della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus.

In pratica gli orti, di cinquanta metri quadri ciascuno, sono stati affidati alle cure di Croce Rossa, cooperativa Il Segno, San Vincenzo, il locale Gruppo d’acquisto solidale “Gasp” e associazione Mamme del Mondo. A loro volta queste realtà hanno individuato, in collaborazione con l’assistente sociale, delle famiglie bisognose e le hanno accompagnate nella cura del proprio piccolo vivaio. Seppur non risolutivo, per le famiglie in difficoltà economiche l’orto rappresenta un integrativo importante alla propria spesa. Basta pensare, infatti, che nel comune di Ponte San Pietro sono 150 le famiglie che si rivolgono alla Caritas, Banco Alimentare e San Vincenzo per ricevere un pacco alimentare.

Da semplice azione anti-crisi, tuttavia il progetto ha rappresentato anche l’occasione per costituire un coordinamento tra le varie agenzie che lavorano nell’ambito delle politiche sociali sul territorio. Per la prima volta, infatti, l’istituzione pubblica, le associazioni di volontariato e il mondo dell’imprenditoria sociale hanno collaborato insieme per creare reale aggregazione e reciproca conoscenza tra le diverse realtà comunali.
Risultati: alla cena dell’iniziativa erano presenti 130 persone, ma soprattutto dai 5.000 euro investiti dal Comune per il progetto, ne sono stati generati altrettanti da aiuti informali. Una bella e concreta esperienza di welfare di comunità e riscoperta “verde” del territorio.